Venerdì alla Festa democratica dibatterò di politiche per le famiglie. E’ un tema che affrontiamo in modo ricorrente ma che assume particolare attualità perché si parlerà proprio di questo, tra pochi giorni a Torino, nel corso della Settimana Sociale dei cattolici italiani.
Al di là di ogni riflessione di carattere religioso, la questione va riportata al centro dell’iniziativa politica, a cominciare dal livello nazionale. La ragione è indubbia: la famiglia (quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna che impegna alla fedeltà, al mutuo sostegno ed è aperta alla vita) è cellula fondamentale del vivere civile, in cui si costruiscono relazioni fiduciarie tra coniugi, tra genitori e figli, tra parenti, spesso determinanti per assicurare la tenuta della società e base per aprirsi ad una più ampia responsabilità e fraternità. Entro la famiglia, i figli trovano il luogo migliore per nascere e crescere.
Peraltro oggi la famiglia fatica, insidiata da modelli che propagandano la leggerezza delle relazioni affettive, dalle difficoltà economiche e dall’assenza di vere misure a suo sostegno. La conseguenza più evidente e negativa è la bassa natalità che caratterizza l’Italia e il Piemonte.
Pur rispettosa delle scelte individuali, della sfera privata e intima di ogni persona e consapevole che fare famiglia “per sempre” non è per niente facile e scontato, la politica non può, tuttavia, sottrarsi da tali sfide.
A livello nazionale occorre soprattutto un più chiaro e netto sostegno: penso alla leva fiscale, ai congedi parentali e al diritto alle maternità per tutte le lavoratrici. Anche gli interventi locali sono altrettanto importanti: ampliamento dei servizi per la prima infanzia e sperimentazione di forme di maggior coinvolgimento dei genitori al loro interno; centri per le famiglie; tariffe a sostegno delle famiglie numerose, ecc.
Misure e proposte come quelle sopra citate sono decisive e precedenti a tante altre questioni di cui la politica deve occuparsi. Senza la tenuta della famiglia le società occidentali rischiano, progressivamente, un destino di decadenza e d’imbarbarimento. Su questi temi, che sono laici e di tutti, continuerò a impegnarmi in modo particolare.
Stefano Lepri