Oggi finalmente, dopo un lungo lavoro, il Senato ha approvato il disegno di legge sul Terzo settore. Ecco le novità in pillole. Appena pronto, pubblicherò sul blog il testo votato in Aula. I primi commenti a caldo da parte del Forum del Terzo Settore sono positivi.
Una volta giunto il definitivo assenso dalla Camera e con i decreti legislativi avremo un Codice unico, con molte semplificazioni e con il superamento di contraddizioni tra le diverse leggi oggi in vigore.
Il Terzo settore diventa finalmente un soggetto giuridico, mentre finora se ne parlava dal punto di vista sociologico o economico. Associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni, associazioni di promozione sociale, ecc. diventano un’unica famiglia, con caratteristiche comuni riconosciute per legge, pur rimanendo soggetti con una loro specificità e diversi modelli organizzativi.
Abbiamo riaffermato la necessità di valorizzare lo status di volontario e le organizzazioni di volontariato, anche attraverso una più chiara missione attribuita ai Centri di servizio.
Molte novità anche sull’impresa sociale. Potranno assumere tale qualifica non solo le cooperative sociali, ma anche le associazioni, le fondazioni e le diverse forme di società. Al Senato abbiamo chiarito che le imprese sociali non potranno distribuire utili, se non in maniera limitata e al massimo nei limiti già previsti per le cooperative. Così abbiamo salvaguardato lo spirito non profit dell’impresa sociale, collocandola chiaramente entro il perimetro del Terzo settore.
Abbiamo, infine, previsto più tutele per i lavoratori: gli appalti pubblici dovranno assicurare la piena applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro siglati con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
L’Italia ha, nel campo della solidarietà e del civismo organizzato, una grande e secolare tradizione. Questa legge potrà servire a rafforzarla, se non a proiettarla verso il futuro.
Stefano Lepri