La crisi finanziaria che riguarda l’Italia, la Regione Piemonte e molte Amministrazioni locali sta determinando tagli, razionalizzazioni e nuovi faticosi equilibri. Sia chiaro: nessuno è contento di questa situazione di “vacche magre”, specie quelli che ne stanno pagando di più le conseguenze. Ma c’è forse anche qualche effetto positivo da questa crisi. Non solo cresce, seppur a fatica, la consapevolezza di dover vivere con maggiore sobrietà. C’è anche la volontà (o, se volete, la necessità) per la politica di fare sul serio, cioè di puntare con determinazione all’efficienza e all’equità, eliminando sprechi, clientele, calcoli politici che mettono i risultati sul conto della collettività.
Faccio qualche esempio. Nel nostro piano socio sanitario 2007/2010 era già indicato l’obiettivo di realizzare le Aree di coordinamento sovrazonale, per unificare gli acquisti collettivi, la logistica, l’informatica, l’edilizia sanitaria, ecc. Eppure, nonostante qualche primo passo, non siamo ancora riusciti a darne pienamente corpo. Oggi tale obiettivo (così come quello della razionalizzazione della rete ospedaliera) appare fondamentale e condiviso da tutti e andrà realizzato rapidamente, pena l’impossibilità di garantire risorse per servizi essenziali come quelli rivolti agli anziani non autosufficienti.
Secondo esempio: la gestione associata dei servizi pubblici locali appare un must non più rinviabile, specie in Piemonte dove abbiamo una parcellizzazione di piccoli Comuni. Noi del PD abbiamo fatto una proposta di legge credibile ed equa, che mantiene le specificità locali ma che obbliga e incentiva a gestire insieme molti servizi pubblici locali. Anche qui: o la riforma si fa, o i Comuni saranno inevitabilmente costretti presto (molti lo stanno già facendo) a ridurre le prestazioni per i cittadini.
Insomma, la crisi ci spinge a fare meglio e a rendere efficiente, e quindi anche più giusto, il sistema.
Direbbe la nonna: non tutto il male vien per nuocere!