Oggi si votano al Senato il Bilancio 2016 e la Legge di Stabilità, i cui contenuti sono riportati nella sintesi allegata. Una volta approvati passeranno alla Camera, dove sono attesi emendamenti soprattutto per materie sulle quali non si è ancora potuto o voluto intervenire, come il lavoro, la sanità e il sostegno al Mezzogiorno.
E’ stata messa l’ennesima fiducia, ma anche le opposizioni hanno dovuto prendere atto che la discussione in commissione bilancio è stata approfondita ed ogni proposta ha avuto la giusta considerazione, anche se gli emendamenti approvati sono stati solo poche decine. I due interventi delle relatrici Zanoni e Chiavaroli aiutano a comprendere le principali modifiche approvate in commissione, mentre la replica del viceministro Morando è stata in grado di rispondere, in modo convincente, alle obiezioni avanzate dalle minoranze nel corso del dibattito in aula. L’intervento dello stesso viceministro fatto la scorsa settimana alla direzione del PD regionale permette invece di capire il senso complessivo della manovra.
Vi invito a leggere almeno i quattro interventi, da cui si coglie la prospettiva tracciata con chiarezza: la priorità è il rilancio dell’economia, dopo anni in cui le leggi finanziarie avevano come unico obiettivo quello di stringere i cordoni della borsa. Intendiamoci: eliminare gli sprechi si sta facendo, visto che tra quest’anno e il prossimo saranno tagliati circa venti miliardi di spesa pubblica. Ed altre misure di contenimento saranno necessarie in vista del 2017, visto che le clausole di salvaguardia scatteranno automaticamente, e con esse l’aumento dell’IVA, senza interventi di riduzione delle deduzioni e detrazioni fiscali. Ma proprio questi tagli, le maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione e i margini guadagnati in forza delle tante riforme attuate (e quindi della ritrovata credibilità europea ed internazionale) hanno consentito scelte chiaramente espansive, i cui effetti non dovrebbero tardare a farsi sentire.
L’eliminazione dell'imposta sulla prima casa e la conferma degli sgravi per ristrutturazioni ed efficienza energetica favoriscono la ripresa dell’edilizia. L’eliminazione dell’IMU agricola aiuta il settore primario. Gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato le incentiva. La cancellazione dell’IMU sugli imbullonati e i super ammortamenti per i nuovi investimenti danno forza all’industria. L’eliminazione del patto di stabilità per i Comuni che hanno pronte disponibilità di bilancio fa ripartire gli investimenti nei servizi pubblici locali, e così via. E non mancano interventi per le politiche sociali, contro la povertà, con maggiori stanziamenti.
Insomma, siamo di fronte ad una manovra coraggiosa e largamente apprezzata. Non a caso ANCI, attraverso il presidente Fassino, l’ha chiaramente lodata. Non a caso gli imprenditori, ma anche le partite IVA, ne riconoscono i pregi. Restano alle fine poche critiche, al punto che anche forzitalioti, leghisti e pentastellati hanno avuto modesti argomenti da spendere. Forse qualche sbavatura si può trovare, fatta anche per accontentare gli alleati del PD, ma non tale da pregiudicare un Legge di stabilità costruita, certamente, con il segno più.
Stefano Lepri