I dati ISTAT sull’andamento demografico confermano, ancora una volta, il basso tasso di natalità che caratterizza il nostro Paese. Le cause di questo inverno demografico sono molteplici, ma certamente una di esse risiede nell’incertezza sul piano economico che può derivare dalla nascita di un figlio, specie dopo che si è avuto il primo.
In Italia si ottengono sostegni per i figli a carico solo se si è lavoratori dipendenti (assegni familiari) o se si hanno redditi superiori alla soglia d’incapienza (detrazioni per figli a carico). Risultato: le famiglie più povere o quelli senza stabilità lavorativa sono anche, paradossalmente, quelle meno aiutate. Altri limiti: la complicazione delle misure e la loro incertezza nel tempo.
Se vogliamo cambiare il triste primato di denatalità, occorre semplificare e potenziare con più risorse gli interventi di sostegno, arrivando a introdurre una sola misura, universalistica, per ogni figlio a carico, sul modello di altre nazioni europee. Le quali, non a caso, registrano tassi di natalità molto maggiori.
E’ quanto si propone di fare un disegno di legge a mia prima firma, sottoscritto da cinquanta senatori e che sarà votato proprio la prossima settimana in Commissione finanze al Senato.
Che sia questa o un'altra la soluzione migliore, resta ormai ineludibile e non più rinviabile una scelta prioritaria per un sostegno organico, non complicato e non occasionale a sostegno della natalità.
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Stefano Lepri