La famiglia è il nucleo fondamentale in cui è bello nascere, crescere, maturare, condividere; in cui è meno faticoso invecchiare e morire. Senza i legami tra coniugi, genitori e figli, nonni, parenti, ognuno di noi si sente più solo. Certo, fare famiglia non è facile e tiene in sé contraddizioni e fatiche, talvolta insopportabili.
La politica, nel rispetto dell’originalità e dell’autonomia di questa formazione sociale, riconosciuta e valorizzata in tre articoli della Costituzione italiana, può fare la sua parte. Anche perché il matrimonio conviene alla cosa pubblica: se vivi insieme consumi e inquini meno; se qualcuno non ha reddito la famiglia ti aiuta; se sei invalido o malato qualcuno in casa ti assiste; se nasce un figlio se ne occupa anche il padre, che deve assisterlo ed educarlo; se non c’è la mamma o il papà ci sono i nonni a occuparsi dei nipoti; anche se ci si separa, chi guadagna deve assicurare il mantenimento dell’altro.
Oggi sono pochi i vantaggi dati alla famiglia: soprattutto la pensione di reversibilità e l’eredità. Servono altre misure, ovviamente da riconoscere a tutti, coniugati e non, quando ci sono figli o di fronte alla povertà: un più forte sostegno economico per il mantenimento dei figli a carico; la conciliazione tra tempo di vita e tempo di lavoro; forme generalizzate di protezione della maternità; l’incentivazione alla diffusione di nidi e servizi per la prima infanzia; consultori familiari e centri per le famiglie (per la preparazione al matrimonio, il sostegno alle famiglie in crisi, l’educazione alla genitorialità).
Da assessore a Torino, avendo avuto anche la delega alla famiglia, ho in particolare favorito la messa in rete delle diverse realtà operanti a suo favore, creato un servizio cittadino di riferimento e prodotto materiali informativi sui diritti e doveri previsti nel matrimonio.
In questa legislatura abbiamo realizzato alcune riforme in questo senso, anche se resta molto da fare. Saremo in grado? Di sicuro questa è una della maggiori sfide che ha di fronte la politica italiana. Per decidersi, occorre superare definitivamente l’equivoco: la politica deve certo fermarsi all’uscio della camera da letto, ma non per questo deve restare indifferente rispetto alle diverse scelte che liberamente i cittadini assumono. La politica può promuovere la scelta a un’intimità e a una reciprocità forte e duratura, capace anche di legare le generazioni e di assicurare una genitorialità salda e complementare. E può trovare nuove risorse per farlo.