Citando un recente documento firmato da molte associazioni ambientaliste, “mai come oggi appare chiaro che la corruzione dilagante è un furto di bene comune, di diritti e di speranze, di opportunità e di lavoro: un furto che non ci possiamo e dobbiamo più permettere”.
Credo, parafrasando Delrio, che sulle grandi opere pubbliche pagate dalla collettività (ma anche su quelle in project financing che alla fine vengono a battere cassa) occorrerà una più seria valutazione degli effettivi ritorni, economici e non solo.
Dovrà essere modificata la Legge Obiettivo che, proponendosi l’accelerazione nella realizzazione delle opere pubbliche, ha invece sancito il potere del malaffare, specie attraverso l’assurda regola per la quale il direttore dei lavori può essere nominato dall’aggiudicatario. Con il risultato che chi vince i lavori controlla anche se stesso e la rispondenza delle opere ai requisiti richiesti. Incredibile ma vero! Domando: dov’erano i tanti (anche del mio partito) che, occupandosi nelle scorse legislature in particolare di opere pubbliche, per troppi anni hanno tollerato o non compreso?
La questione non è solo legata alla concentrazione in poche mani, che la magistratura ha evidenziato, delle direzioni lavori per le grandi opere. Il dubbio, che le indagini dovranno dimostrare o smentire, è che lo Stato abbia finito per accettare continue varianti e quindi lievitazioni di costi, anche in assenza di una vera controparte rispetto al costruttore.
Grazie al prezioso lavoro e ai molti suggerimenti del Presidente dell’Authority anticorruzione Cantone, stiamo anche per rivedere il Codice degli appalti: sarà votata una delega al Governo per introdurre semplicità nella norma, ridurre e precisare i casi possibili di proroghe, deroghe, varianti, così eliminando scappatoie e intrecci in cui si è insinuato il malaffare.
Occorre poi maggiore forza di contrasto alle potenti lobby, che siano quelle autostradali, quelle dell’autotrasporto o altre, anche rivedendo alcune scelte contenute nel decreto Sblocca Italia. E bisogna concentrare davvero gli sforzi e le risorse sulla riqualificazione del territorio, sul contrasto al dissesto idrogeologico, sulla mobilità pubblica nelle città e nel trasporto regionale, su un trasporto delle grandi merci fatto prevalentemente su ferro e via nave.
Nel frattempo, mercoledì scorso abbiamo cominciato a dire ai corrotti e ai corruttori: è finita la tolleranza e la collusione con la politica. Con la legge approvata al Senato infatti aumentano le pene e i termini per la prescrizione del reato si allungano molto. Inoltre, si reintroduce il reato di falso in bilancio: era stato depenalizzato da Berlusconi, il che ha consentito in questi anni di accantonare fondi in nero per le tangenti, senza timore di essere condannati.
La Camera confermerà in pochi giorni; il nuovo ministro è uomo capace e per bene; su questi temi si registra in Parlamento una larga e determinata volontà politica. Dopo tanti scandali e omertà, finalmente si comincia a fare sul serio.
Stefano Lepri