Ogni anno, in provincia di Torino, è come se nascessero 7 nuovi Auchan. Centinaia di migliaia di metri quadri di attività commerciali invadono la provincia e il resto della regione, con le profonde trasformazioni del tessuto urbanistico che ne deriva.
Me ne sono interessato approfondendo i legami tra decisori politici e mondo imprenditoriale, e ho evidenziato pubblicamente fenomeni preoccupanti.
I terreni agricoli lievitano di valore, i comuni intascano corrispettivi che ne breve periodo paiono allettanti. L’effetto è però, nel medio periodo, devastante. Le trasformazioni per finalità commerciale, insieme ad una crescita dell’edilizia residenziale del tutto sproporzionata ai bisogni abitativi, deturpa per sempre il territorio ancora libero, con quote di consumo di 1 –2 – 3 punti percentuali all’anno che sono un’enormità se confrontati con fenomeni millenari. Il piccolo commercio locale è messo a dura prova, con la conseguenza che i territori periferici si impoveriscono e si spopolano.
Ho presento interrogazioni e ordini del giorno, ho convocato conferenze stampa per denunciare tutto ciò, con il risultato, spero, di aprire un dibattito che porti la politica a considerare in modo più attento le conseguenze della propria azione o delle proprie assenze; e comunque, nell’immediato, a fermare operazioni di colonizzazione indiscriminata.
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