Il Pd in provincia di Torino, ma anche a livello nazionale, ha tenuto o è andato bene. Ma il dato enorme dell’astensionismo e il voto “contro” i partiti tradizionali, ottenuto soprattutto dai grillini, deve portarci a una riflessione senza veli.
I partiti possono recuperare credibilità cominciando dalla loro riorganizzazione. Le prossime sfide: un nuovo ordinamento del finanziamento pubblico ai partiti che coinvolga nel controllo i cittadini sostenitori; una nuova legge elettorale che ridia lo scettro all’elettore nella scelta dei suoi rappresentanti nelle istituzioni.
Più in generale, si tratta di riguadagnare quel credito, talvolta smarrito, nell’amministrare la cosa pubblica: focalizzare le priorità; combattere gli sprechi; contrastare le tentazioni d’intrecci tra politica, affari e corpi intermedi; tenere i bilanci in ordine e utilizzare le entrate in conto capitale (es. oneri di urbanizzazione, vendite di società partecipate) solo per fare investimenti o ridurre i mutui; escludere quanti hanno prodotto gravi buchi di bilancio e premiare gli amministratori virtuosi; adottare mitezza, fiducia reciproca e sobrietà come tratti di uno stile abituale; valorizzare quanti hanno indiscutibili competenze tecniche, frutto di studi approfonditi e di esperienza; evitare la demonizzazione della parte avversa o anche degli stessi compagni di partito, ecc.
Il Partito Democratico, che in queste ultime elezioni si è già dimostrato molto più credibile di altri, faccia comunque tesoro dei segnali d’insofferenza mandati dagli elettori.