I temi che si troveranno di seguito accennati – la valorizzazione delle comunità attive di cittadini, un’amministrazione in equilibrio economico che quindi non scarichi costi sulle future generazioni, il rigore nell’evitare commistioni, il rispetto dell’ambiente – sono quelli che, trasversalmente al documento e alle proposte relative a temi specifici, ispirano la mia visione di come gestire la cosa pubblica nell’interesse dei cittadini.
Proporre la mia candidatura significa per me proporre in primo luogo un’idea di società, un’idea di sviluppo economico, un’idea di politica.
Va ricomposta una frattura, derivante dalla deriva tecnocratica della società e della politica: la frattura tra le comunità di persone e di famiglie e l’azione pubblica delle istituzioni. Questa frattura ha fatto sì che le persone e le famiglie si sentano e siano considerate come clienti / utenti di prestazioni e servizi offerti dalle istituzioni; penso al contrario che le persone e le famiglie debbano diventare produttrici e protagonisti delle risposte ai propri bisogni. Si tratta a pieno titolo di una impostazione ispirata al principio di sussidiarietà, che oggi si pone anche come condizione necessaria per affrontare contraddizioni altrimenti insanabili tra la richiesta di aumento delle prestazioni e i vincoli di bilancio.
Mettere le persone e le famiglie in condizione di rispondere ai propri bisogni significa non lasciarle sole di fronte alla carenza di risorse pubbliche e tutelarne quindi i diritti inalienabili, significa cercare modelli organizzativi diversi, stipulare alleanze tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini.
Spese e investimenti vanno commisurati alle risorse esistenti. La lotta agli sprechi e alle inefficienze è quanto mai attuale. Il recupero di principi quali sobrietà, correttezza, tutela del merito dentro una sana competizione, responsabilità, perseguimento dell’interesse generale non possono essere meri slogan. La questione strategica relativa all’idea di sviluppo nel lungo periodo e la questione della trasparenza amministrativa appaiono sempre più come due facce della stessa medaglia.
Diceva un importante capo di Governo del secondo dopoguerra che la differenza tra i politicanti e gli statisti è che i primi guardano alle prossime elezioni, mentre i secondi alle prossime generazioni. Mai frase appare ancora oggi così straordinariamente attuale.