Le famiglie in cui sono presenti membri che richiedono azioni di cura si trovano oggi di fronte a situazioni paradossali: lavorare spesso con orari prolungati, anche lontano da casa, spendere i propri guadagni in trasporti e negli oneri per l’assistenza ai propri congiunti – genitori anziani e bambini – occupare la quasi totalità del tempo libero e delle ferie in lavoro di cura familiare.
Come affrontare questa ed altre situazioni simili? Difficilmente una risposta realistica può risiedere in un ampliamento a dismisura dei servizi prestati e della platea dei beneficiari.
Vanno trovate nuove soluzioni, in cui i diritti sono garantiti anche attraverso forme di coinvolgimento attivo dei cittadini. Ecco alcuni possibili esempi:
Questi esempi non sono riconducibili certo entro una falsa contrapposizione tra pubblico e privato.
La questione è diversa: come possono le pubbliche amministrazioni continuare a garantire e, se possibile, ad aumentare i servizi ai cittadini con finanziamenti statali in diminuzione e senza ricorrere ad impopolari e inattuabili aumenti dell’imposizione fiscale? La strategia sino ad oggi utilizzata – aumentare i servizi con nuovo personale retribuito, coprirne i costi con un aumento delle tariffe o delle imposte, fatta salva una salvaguardia specifica per gli “ultimi” – non sembra riproducibile all’infinito.
Certo, una parte della risposta va cercata nel conseguimento di una maggiore efficienza gestionale, ma anche questa strada si scontra infine con una situazione in cui ulteriori razionalizzazioni sono impossibili.
I cittadini non possono pagare di più, sono più esigenti e, nonostante tutto, continuano a credere in un sistema pubblico che garantisca protezione e servizi essenziali. D’altra parte, la qualità dei servizi va assicurata e il lavoro retribuito va tutelato. Dunque, che altro fare?
Gli esempi di seguito illustrati sono basati sull’idea che la legislazione regionale e le risorse pubbliche debbano orientarsi verso soluzioni organizzative (pubbliche, private e non profit) capaci di coinvolgere nel sistema di erogazione gli utenti stessi e le loro famiglie, con ciò conseguendo anche, quando possibile, un contenimento della spesa.