In questi anni di lavoro mi sono spesso imbattuto in scelte politiche che evidenziano uno scarso rispetto dell’ambiente; è davvero originale, il nostro paese, che ama (e vizia) a dismisura i figli, ma che poi lascia loro un ambiente degradato.
Proprio l’avere toccato con mano come gli interessi economici rischino di avere la meglio, penso sia importante fare in modo che l’ambiente sia a pieno titolo percepito e sostenuto come ambito di possibile sviluppo economico.
La Green Economy dovrà essere il settore di guida di un nuovo modello di sviluppo che porti il territorio fuori dalla crisi senza percorrere gli errori del passato.
Più Green Economy, meno bolla edilizia.
Bene dunque gli obiettivi del “20-20-20”: entro il 2020 ridurre del 20% rispetto ai valori del 1990 le emissioni di gas ad effetto serra, ridurre del 20% il consumo di energia primaria, soddisfare almeno il 20% del consumo di energia primaria mediante fonti rinnovabili.
Un accenno specifico alla possibilità di autoproduzione dell’energia che le nuove tecnologie rendono possibile. Il cittadino può essere chiamato in causa non solo come consumatore, ma anche come produttore di energia, che, ove non utilizzata, può essere riversata nella rete.
Lo sviluppo di questa possibilità richiede certo la conferma delle misure di incentivazione nazionale, ma anche un sostegno da parte regionale, ad esempio sul settore del credito.
Pensare ai cittadini come co – produttori di energia è coerente con la visione del cittadino attivo e della comunità al centro.