Legge di stabilità, con il segno più

senato

Ieri sera Matteo Renzi ha incontrato i gruppi parlamentari PD di Camera e Senato,  volendo illustrare e confrontarsi con deputati e senatori in vista dell’iter di approvazione della Legge di stabilità e del bilancio 2016.
Il suo intervento ha riguardato, puntigliosamente, molti aspetti della manovra (ne ha commentati ventiquattro), per i cui contenuti vi rimando alla scheda di sintesi del nostro ufficio legislativo. L’intervento è difficilmente riassumibile, se non dicendo che si tratta di una manovra sicuramente espansiva, che riduce le tasse e il rapporto debito/pil. Quindi una manovra che non prende ai cittadini e alle imprese, ma che restituisce e scommette su una rinnovata fiducia nei consumi e negli investimenti.
Poi Renzi si è anche soffermato sui rapporti interni, in particolar modo con la minoranza, ma di questo parleremo in altra sede. Di seguito riporto solo alcuni flash colti al volo dal suo discorso che, se messi insieme, danno comunque il senso.

L'Italia è ripartita. Lo riconoscono tutti, anche quelli che dicevano che i meriti erano esterni. Trecentosettantamila occupati in più da quando c’è il nuovo governo. Expo è stata la caporetto dei gufi. Il clima che si respira è di fiducia. Il nordest italiano è già più forte della Germania. E se fosse l’Italia il presidio di stabilità dell'Europa? Italia esce dalla crisi se lo decidono gli italiani. Giù le tasse e giù il rapporto debito/pil (al 2,2%). Su sanità, cultura e sociale si spende di più. Dovremo spendere di più, ma anche razionalizzare la sanità, nei prossimi anni, per vivere la crescente longevità. La decrescita è felice solo per chi sta già bene. Le elezioni le vinceremo con la crescita. Seicento milioni in più contro la povertà, specie minorile. Dare un lavoro, non uno stipendio, per tutti. Ma ve lo ricordate dove eravamo due anni fa? Quel governo era fermo. O noi prendiamo l’occasione della legge di stabilità per accelerare o buttiamo via tutto. Lotta all’evasione, siamo noi che abbiamo fatto accordi con Svizzera e Vaticano contro i capitali all’estero. Abbassare le tasse è da programma di governo. Mille nuovi ricercatori. Nuovo personale nella carriera diplomatica. Con il governo Letta eravamo a 1,8 miliardi sul sociale, ora siamo a 3,6. Partite iva con regime forfettario più convenienti e con meno adempimenti. Rimborsi iva per crediti non riscossi. Per la prima volta i Comuni non subiscono tagli. Un miliardo in meno ai giochi e riduzione dei punti scommesse. Banda larga in tutte le scuole. Super ammortamenti per chi investe in nuovi macchinari.

Stefano Lepri

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