Venerdì scorso ho partecipato all’assemblea convocata dal Comitato a difesa dell’ospedale di Lanzo. Penso sia stato un dibattito utile, perché gli amministratori pubblici e i cittadini hanno potuto spiegare meglio le loro ragioni, ma anche comprendere i motivi di ordine economico e finanziario che impongono misure di razionalizzazione in sanità.
Il fatto che occorrano interventi strutturali e misure di contenimento della spesa non significa tuttavia procedere con tagli indiscriminati, specie laddove sono evidenti le controindicazioni e gli svantaggi che ne deriverebbero.
In questo senso la dichiarata volontà, da parte della Giunta nella sua proposta di legge, di retrocedere l’ospedale di Lanzo a ospedale “da riconvertire” non convince e va cambiata!
Non c’è motivo, infatti, di eliminare il pronto soccorso che già opera solo durante il giorno, né di sopprimere la medicina generale, che in larga parte si occupa di patologie (bronchiti, polmoniti, coliche renali, piccoli traumi, ecc.) che comunque finirebbero in altro ospedale e che è bene mantenere su una dimensione di comunità specie in area montana, anche per evitare lunghi trasferimenti da parte dei congiunti. Non c’è ragione di trasferire l’attività di riabilitazione cardiologica e polmonare, poichè ha già oggi dimensioni tali da garantirne l’economicità e perché svolta in luogo gradevole e con clima adatto.
Eppoi vale in questo caso una proporzione: Lanzo sta a Ciriè come Susa sta a Rivoli e come Courgnè sta a Ivrea. Gli ospedali di Courgnè e Susa sono stati riconosciuti come ospedali di territorio; perché non anche quello di Lanzo?
Ho motivo di credere che l’Assessore sia stato mal consigliato, anche perché in una precedente assemblea di qualche mese fa svolta a Lanzo mi sembrava avesse tratto altre conclusioni.
I cittadini e i sindaci hanno detto la loro in modo netto e chiaro. Ora la decisione è tutta politica: vedremo in questi giorni chi voterà il nostro emendamento (PD e Federazione della sinistra) che intende riconoscere all’ospedale di Lanzo il ruolo di ospedale di territorio e, con esso, un futuro.
Stefano Lepri