Stamattina al Senato abbiamo approvato in via definitiva la legge contro il voto di scambio politico mafioso. Sarà in vigore da subito e quindi anche per le prossime elezioni del 25 maggio. La novità è che sarà punito non solo lo scambio di denaro, ma anche "altre utilità" derivanti accordi tra politici e mafiosi. Il reato riguarderà quindi anche altri legami e favori. La pena prevista sarà da quattro a dieci anni.
Il Procuratore nazionale Antimafia, il presidente dell'Autorità anticorruzione e il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti hanno salutato favorevolmente la legge, approvata nel modo in cui le associazioni antimafia ci avevano chiesto. Eppure abbiamo dovuto assistere a una vergognosa sceneggiata durata tutto ieri e stamattina, per cui i cinque stelle volevano passare come gli unici argini alla mafia, accusando senza mezzi termini tutti gli altri (SEL compresa) di collusioni e cedimenti. Sarebbe stato utile filmare le sedute per far capire fino a che punto i grillini, eccitati ieri dalla presenza del capo e annebbiati dalle sirene elettorali, hanno portato discredito alla più alta Camera dello Stato e mancato totalmente di rispetto ai colleghi, in particolare a chi si batte contro la mafia pagando grandi prezzi personali.
E’ vero, rispetto a una precedente lettura sono state ridotte le pene ed è stato escluso di poter punire per la "disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione" mafiosa, vista la difficoltà a dimostrare tale situazione. Certo, forse si poteva fare ancora meglio, ma come non riconoscere che oggi è stato fatto un grande passo avanti nel contrasto alla mafia? Sì, i cinque stelle, vergognosamente e solo loro, hanno votato contro. Tra l’altro contraddicendosi, perché alla Camera, in prima lettura, avevano votato a favore! E dimenticando che l’ottimo è nemico del bene (o del molto bene, come in questo caso). Non si fa campagna elettorale strumentalizzando la lotta alla mafia. (foto da repubblica.it)
Stefano Lepri