Diciamo la verità: nessuno se l'aspettava. Invece il Partito Democratico è il vero vincitore di questa tornata di elezioni amministrative: i suoi candidati sindaci sono quasi dovunque in testa o sono già stati eletti al primo turno. Particolarmente significativo il successo di Ignazio Marino a Roma, ma anche dei candidati nel Nord (Vicenza, Treviso, Lodi, Sondrio). Bisogna attendere i risultati del ballottaggio, ma qualche considerazione può essere già fatta.
L'astensione è cresciuta moltissimo; si era votato solo due mesi fa, è vero, ma è indubbia la disaffezione dei cittadini verso la politica. Bisogna dare risposte vere e riacquistare credibilità, sennò rischiamo di finire come negli USA, dove votano due cittadini su cinque.
Il Movimento Cinque Stelle dimezza i voti rispetto alle politiche: un tonfo inaspettato, che ha molte cause. Anzitutto, due mesi fa i grillini raccolsero tutto il voto di protesta, che ieri è rimasto in parte a casa. Poi c'è probabilmente la delusione verso chi doveva cambiare il mondo e, invece, continua solo a parlare di scontrini non rimborsati o a vomitare offese. Chi li ha votati si aspettava che agissero e prendessero responsabilità; hanno preferito restare a guardare, e molti li hanno lasciati.
Il PDL, nonostante i sondaggi lo diano in testa, ha fatto flop. Paga per candidati sindaci poco credibili (salvo eccezioni come ad Orbassano) e per candidati consiglieri poco radicati. Loro sono un partito mediatico; quando non c'è la televisione e non possono fare promesse da mercante di solito perdono. In più, il loro elettorato si muove per le elezioni politiche, quando si devono difendere interessi e "valori". A due elezioni di fila, in pochi mesi, fanno fatica ad andarci. Quindi, per il ballottaggio si può essere prudentemente ottimisti.
Quanto al PD: i nostri sono andati a votare e, con il crollo dei votanti, ci hanno fatto ben figurare. E' probabile che un pezzo di elettorato di sinistra, che aveva votato Grillo per protesta, sia tornato a votarci. Nulla di esaltante, intendiamoci. Ma pur sempre un segnale per dire che il PD è un osso duro e che, quando si tratta di prendere le preferenze sul territorio, ci siamo ancora.
Infine il Governo: la nostra base e in nostri circoli fanno fatica a capirlo, ma forse i cittadini hanno voluto dargli fiducia. Sta a noi parlamentari PD, oltre che a Letta, dimostrare che è ben riposta.
Stefano Lepri