Mercoledì in Commissione Giustizia al Senato è stato approvato per l’Aula un testo che riduce i tempi della separazione, confermando la proposta della Camera: sei mesi se la separazione è consensuale e un anno se è chiesta da uno solo dei coniugi. Ma è stata aggiunta una novità, prevedendo di poter divorziare senza il passaggio della separazione, pur limitando tale facoltà al solo caso di volontà consensuale, senza figli o con figli maggiorenni.
Mentre è ragionevole l’esigenza di ridurre i tempi tra separazione e divorzio, pur volendo discutere sull’entità della riduzione, ritengo con molti altri l’emendamento non condivisibile. Infatti un periodo di riflessione, come previsto dalla separazione, può portare a una riconciliazione. Sono molte le situazioni di chi ci ripensa, anche prendendo atto che i problemi talvolta non si risolvono ma si acuiscono.
Inoltre, l’eventuale “divorzio lampo” favorirebbe i matrimoni di interesse, già oggi molto diffusi e che intasano i nostri tribunali.
Insomma, scelte come queste, che certo non vanno nella direzione di promuovere il matrimonio come previsto in Costituzione, occorre siano ben ponderate. Ci vuole un passaggio vero nel gruppo e uno in maggioranza. La fretta, sia nel merito che nel metodo, non serve.
Stefano Lepri
Il divorzio si fa “lampo” e spacca la maggioranza (Corriere della Sera 20 novembre 2014)
Sì al divorzio-lampo (La Stampa 20 novembre 2014)