Alla riunione convocata da Renzi su numerose questioni in agenda del Governo, del Parlamento e del PD, buona parte della minoranza non si è presentata. La convocazione, fatta tardi e per il venerdì pomeriggio non aiutava, ma l’urgenza dei provvedimenti la giustificava. Le richieste di maggior coinvolgimento e ascolto sono legittime, pur non sempre fondate perché il confronto, specie al Senato, spesso è assicurato. Così come non sono prive di fondamento le sollecitazioni a ridurre il numero di decreti legge e a tenere conto maggiormente dei tempi del Parlamento e della sua iniziativa legislativa.
Il problema è che alcune materie hanno scadenze improrogabili, come quelle che riguardano la riforma della scuola e, con essa, la regolarizzazione del personale docente: o si fa il decreto entro poche settimane e lo si converte nei tempi previsti, oppure si salta un anno scolastico. Su questo tema il confronto è stato molto approfondito nelle commissioni e l’ascolto degli operatori e dei cittadini non è mancato; tuttavia molti altri parlamentari (nel PD siamo oltre quattrocento!) non hanno avuto modo di portare proposte e pareri.
In più va riconosciuto che i tempi stringono, le attese incalzano e per troppi anni si è perso tempo. Insomma, non è facile tenere tutto insieme. L’importante è cercare di evitare polemiche inutili e sforzarci di essere una comunità di persone. Inevitabilmente complessa, se possibile unita e rispettosa.
Stefano Lepri