Rassegna Stampa : da ”Avvenire’ del 27 Marzo 2015
Asse fra Pd e M5S sui simil-matrimoni
(passa in Commissione il testo base. I giudizi di Simone Pillon del direttivo del Forum nazionale delle associazioni familiari e di Maria Cristina Maculan dell’Associazione famiglie numerose)
ANGELO PICARIELLO
ROMA
Primo sì alle unioni civili con maggioranza anomala Pd M5S. La commissione Giustizia del Senato dà il via libera all’adozione come testo base della proposta ripresentata dalla relatrice Monica Cirinnà, del Pd, il 17 marzo. Ignorati – per ora – non solo la netta contrarietà, nella maggioranza, del gruppo di Area Popolare (che ha votato contro) e i rilievi posti, nel corso delle audizioni, dall’associazionismo familiare, ma anche le forti perplessità nello stesso Pd. Che non ha esitato, anzi, a fare leva sulla convergenza venuta dai Grillini. Nel testo la parificazione anche terminologica al matrimonio traspare in ogni punto, e – pur escludendo la possibilità di adozione – si prevede la stepchild adoption, ossia «l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due».
Reciproca assistenza sanitaria e in carcere, diritto alla casa, alla successione, pensione di reversibiltà, questi i punti più rilevanti, con un nodo che resta, sull’ultimo aspetto, per la copertura finanziaria. Nel Pd conferma le obiezioni il vicecapogruppo Stefano Lepri, a nome di molti senatori che intendono farle pesare nel dibattito in commissione e poi in aula. Mentre alla Camera annuncia il no, fra gli altri, Ernesto Preziosi. «Non è condivisibile il continuo rimando alle leggi che disciplinano il matrimonio – spiega Lepri -. In tal modo potrebbero avere successo ricorsi tesi a estenderne la disciplina anche a persone dello stesso sesso». Argomento condiviso da Maurizio Sacconi, del Ncd, che esclude però ipotesi di mediazione su un testo che porti al rilevo pubblicistico dell’unione. «Sarebbe la giurisprudenza interna e internazionale poi a completare la parificazione ». No dalla Lega e anche da Forza Italia (che pure resta divisa al suo interno), con Lucio Malan, e con Maurizio Gasparri, che parla di «testo incostituzionale ». Sotto la lente soprattutto il comma 3 dell’articolo 3. Al termine di un elenco interminabile di articoli citati che configurano la (quasi) piena equiparazione al matrimonio, c’è una previsione che chiude la partita: «Fatta salva la disposizione di cui all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, numero 184, – ossia la legge sulle adozioni, la cui applicazione viene esclusa, ndr – le disposizioni contenenti le parole ‘coniuge’, ‘coniugi’, ‘marito’ e ‘moglie’, ovunque ricorrano nelle leggi, nei decreti e nei regolamenti, si applicano anche alla parte della unione civile tra persone dello stesso sesso». Equiparazione totale, quindi, ad eccezione delle adozioni, ma solo in teoria. L’avvocato Simone Pillon, a nome del Forum delle Associazioni familiari – nel corso di una conferenza stampa convocata al Senato su iniziativa di Carlo Giovanardi (del Ncd) – avverte: «Una simile formulazione espone la norma a una più che prevedibile censura di legittimità della Corte di Giustizia europea ». È già accaduto con la sentenza ‘pilota’ del 19 febbraio 2013 che ha indotto l’Austria a parificare del tutto al matrimonio la sua normativa interna. «Altrettanto è accaduto in Germania, a proposito di modello tedesco», ricorda Pillon. Un esito, secondo i giuristi del Forum, che rivela il vero intento di questo progetto. Con ampia possibilità di aprire a pratiche autorizzate all’estero, come la fecondazione eterologa e l’utero in affitto. Filippo Savarese, portavoce di Manif Pour Tours Italia, annuncia la mobilitazione in tutta Italia contro il testo Cirinnà: «Non è tardi -dice – in Francia si è partiti dopo il via libera alla legge…». «La vera priorità è la famiglia – denuncia Maria Cristina Maculan, dell’associazione Famiglie numerose -. Il 34 per cento delle famiglie con almeno tre figli è nella fascia di povertà. E in questo modo altre risorse verrebbero dirottate altrove».