Ieri è stato approvato il Jobs act in via definitiva, dopo un dibattito a cui ho partecipato con un mio intervento. Abbiamo già approvato molte riforme, ma questa è la prima vera grande riforma organica, capace di ridisegnare un intero comparto, quello delle politiche del lavoro. Le modifiche alla Camera l’hanno migliorata senza stravolgerla, come illustrato dal relatore Ichino.
Voglio evidenziare il futuro auspicabile effetto combinato con la legge di stabilità: gli sgravi fiscali con l'IRAP, la decontribuzione per i nuovi assunti a tempo indeterminato e la certezza del costo di separazione, nel caso malaugurato di licenziamento per motivi economici, possono ridare slancio e fiducia agli imprenditori, anche a quelli stranieri. Lo confermano gli accordi di questi giorni sulle acciaierie di Piombino e Terni.
Quanto alle politiche attive del lavoro, dobbiamo ridisegnarle totalmente, perché hanno dimostrato poco efficacia. La scommessa che abbiamo di fronte è quella di ripensare al ruolo delle agenzie regionali e provinciali, che non saranno più i tradizionali centri per l'impiego ma che dovranno assumere un ruolo di governance nuovo. Verosimilmente ci si affiderà, per l’incontro domanda/offerta, soprattutto alle agenzie del lavoro private e nonprofit, mentre quelle pubbliche avranno soprattutto il compito di occuparsi del profilo dei lavoratori, di accreditare, di definire le tariffe, di gestire il voucher e il contratto di ricollocazione, di connettere le banche dati.
Infine un impegno: non dobbiamo mollare nel vigilare sulle tutele dei lavoratori. Sono sicuro che il Governo non lo farà; chi ha avanzato questo dubbio può stare tranquillo, perché non si vogliono certo ridurre i diritti dei lavoratori.
Leggi resoconto stenografico del mio intervento al Senato.
Leggi delega riforma del mercato del lavoro nota n.6.
Stefano Lepri